domenica 29 novembre 2020

L'arrivo della luce elettrica a Sant'Andrea Jonio

              La sera del 29 novembre 1916 furono accese per la prima volta le lampade elettriche pubbliche in paese. Quella data era stata scelta perché era la vigilia del santo patrono, Sant'Andrea Apostolo, che si celebra il 30 novembre. La corrente arrivava da una centrale idroelettrica sita nel Comune di Chiaravalle, ma per la gente era un mistero come mai quelle lampade si accendessero. Mio padre aveva allora nove anni e i suoi compagni posero la domanda a lui, perché era figlio di un mastro forgiaro e quei mastri conoscevano alcuni segreti rivelati dalla Sibilla. Un segreto era quello della saldatura di due pezzi di ferro a caldo, che richiedeva la sabbia tra i due pezzi per eliminare l'aria e avere una saldatura omogenea. La gente pensava che bastasse anche solo buttare il ferro rovente a toccare terra e ne era nato un detto: O nterra catta o rina misa. O è caduto per terra o ci ha messo la sabbia. Era una cosa che mio padre faceva per fare contenti quelli che stavano attorno alla sua incudine. Quando poi raccoglieva il ferro rovente da terra, i presenti assentivano: Mo' si ca vena bona. Adesso viene bene.

            Mio padre non sapeva nulla di luce elettrica e spiegò ai suoi compagni che quella luce derivava dai raggi del sole che i filamenti della lampada accumulavano di giorno, spiegazione che fu accettata come un oracolo.

            In seguito la luce arrivò anche nelle case con un abbonamento minimo, il forfè, che permetteva solo una lampadina la quale si accendeva la sera e si spegneva al mattino assieme alle lampade pubbliche. Nonna Marianna Carioti, madre di mio padre, lasciava la lampada accesa anche quando dormivano, lei che era nata nel 1878, e commentava: Quantu è bella a luci! Sua figlia, la mia simpaticissima zia Maria Antonia Mongiardo, emigrò a West Paterson, NJ, dove morì a 85 anni. Amici e parenti stavano accanto al suo letto in punto di morte e la esortavano: Lasciati andare, va nella luce eterna. Lei disse: E chi la paga quella bolletta? Era l'ultima battuta di spirito suggeritale forse da quel lontano forfè.  

            La sera che arrivò la luce, nacque il mio carissimo cugino Vincenzo Codispoti, Patra Vicìanzu, rimasto orfano di entrambi i genitori e allevato come un figlio dalla zia Maria Antonia Codispoti, a germanese, così chiamata per la sua alta statura. Lei commentava amaramente: Vicenzinu nescìu quandu vinna a luci aru pajìsi, ma ped'iddhu fu cchiù scuru da menzannotta.  Vincenzino è nato quando è arrivata la luce in paese, ma per lui è stato più buio della mezzanotte.

 

            Auguri a tutte le Andreine e Andrea.

 

Salvatore Mongiardo

29 novembre 2020

mercoledì 25 novembre 2020

GIORNATA MONDIALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

 

25 Novembre 2020

 

La NUOVA SCUOLA PITAGORICA partecipa alla giornata mondiale indetta dall'ONU nel 1999 con lo scopo di eliminare ogni forma di violenza sulle donne. Da millenni l'umanità non ha pace, perché storicamente sono prevalsi i regimi maschilisti e guerrafondai a livello globale. Questi sono nati principalmente con la schiavizzazione delle donne e così è stato manomesso l'equilibrio naturale tra uomo e donna.

Nella dottrina pitagorica la donna svolge un ruolo primario sia nella vita privata che pubblica. La NUOVA SCUOLA PITAGORICA richiama in tutte le sue attività la necessità di avere donne ai posti di comando per fermare ogni forma di violenza.  La violenza contro le donne è la madre di tutte violenze che si manifestano nel mondo con diseguaglianze inaccettabili, armi e conflitti.    

Ben venga l'Era della Donna per la pacificazione dell'umanità. Evoè!