venerdì 19 agosto 2016

Discorso dello Scolarca

Discorso dello Scolarca per l’inaugurazione della Nuova Scuola Pitagorica

Care Amiche e cari Amici,
Intorno al 740 a. C. i greci vennero a Crotone in cerca di una vita migliore e furono fortunati perché trovarono qui la prima Italia con uomini e donne libere. Due secoli dopo, nel 532 a. C., Pitagora, anche lui in cerca di una vita migliore, tornò a Crotone dove era stato da ragazzino col padre. Qui egli seppe fondere lo stile di vita degli Itali, basato su libertà, giustizia sociale, amicizia e solidarietà, assieme alla sua dottrina matematica e filosofica. Così nacque la Magna Grecia. Oggi altre barche arrivano alle nostre coste, cariche di disperati che cercano anch’essi una vita migliore. Essi sono i rappresentanti visibili di tutto un mondo allo sbando che cerca qui da noi un approdo di salvezza.

Può oggi la Magna Grecia ripetere il miracolo successo ai tempi di Pitagora? Io sono convinto che non solo può, ma deve: è questo il destino della Calabria, terra nata per dare e non per prendere.  Da decenni io vado scrivendo e predicando che in Calabria c’è il più grande giacimento culturale dell’umanità ed è nostro compito portarlo alla luce per il bene di tutti. Questo compito si capisce meglio se immaginiamo un asse Grecia-Magna Grecia che oggi inizia con il gemellaggio tra le due comunità di Crotone e Samo. E saluto Stamatis Skoutas, rappresentante del sindaco di Samo, che ci onora della sua presenza. Benvenuto in Magna Grecia: kalòs òrises sti Megàli Ellàda. Io sono convinto che Grecia e Magna Grecia, due popoli oggi marginali e problematici, saranno l’asse portante della Nuova Civiltà Sissiziale. E mentre ringrazio di cuore tutti voi presenti venuti da vicino, da lontano e dall’estero, voglio ricordare una persona che ha tanto sperato nella riapertura di questa Scuola: il monaco Kosmàs del Monte Athos che mi esortava: Torna in Calabria, apri la Scuola! Kosmàs mi raccontò che lui stesso era venuto in Calabria spinto dal monaco Paisios, un taumaturgo famosissimo in Grecia, che lo esortava: Va in Calabria, da lì verrà la luce. Io desidero espandere quel suo pensiero così: dove nacque la Magna Grecia nascerà la Magna Terra, il mondo nuovo.

Cosa farà la Nuova Scuola Pitagorica? Sono molte le idee e le proposte che ci giungono e che vedremo in seguito, ma due progetti desidero menzionare ora: la costruzione della Città dell’Armonia, una cittadella filosofica e scientifica dove giovani e studiosi potranno confrontarsi e indagare le cause profonde della violenza umana che grava con costi umani e finanziari insopportabili. L’amico Fortunato Nocera ha suggerito il titolo di Armonia per la nuova Città, quanto di più pitagorico si possa immaginare. Un altro progetto, che vedrà presto la luce, sarà la riapertura del tiaso pitagorico, l’associazione di donne che nell'antichità si riunivano per celebrare libertà e femminilità come faceva la poetessa Nosside a Locri.
Il tiaso, del quale vi si dirà tra breve, sarà come riaccendere l’antica fiamma per forgiare una nuova umanità. La salvezza e la liberazione del maschio dalla violenza sarà il compito che la storia oggi, da Crotone, affida alle donne di tutto il mondo. Fra poco celebreremo il sissizio, il banchetto comune che re Italo pose a fondamento dell’Italia e che Pitagora celebrava con i suoi allievi ogni sera in segno di unità. Pitagora vide anche Il Bue di Pane presso gli Itali che lo facevano per ringraziare il bue che aveva tirato l’aratro, lo prese a simbolo della fine di ogni uccisione e lo offrì agli Dèi quando scoprì il suo famoso teorema. Adesso quel Bue di Pane è tornato tra noi dopo più due millenni di oblio.
E ora vi invito ora ad alzarvi in piedi per la proclamazione solenne dell’apertura della Nuova Scuola Pitagorica.
Care Amiche e cari Amici, con mente libera e cuore puro dichiariamo aperta la Nuova Scuola Pitagorica di Crotone per il bene dell’intera umanità e vi chiediamo di sostenerci in questa impresa col vostro affetto e favore. Evoè, Evoè, Evoè.


Salvatore Mongiardo, Crotone, 18 agosto 2016

domenica 14 agosto 2016

SUPPLICA DELLE DONNE LOCRESI

Supplica delle donne locresi

Nella colonia di Locri Epizefîri
soavemente inneggiando al tuo santo nome
abbiamo tessuto con tecnica antica
raffinate coperte di bisso
che le nostre figliole hanno
nel tempio della tua magnificenza deposto,
o Hera Lacinia, Madre Celeste,
grande Signora della fertilità!
Secolo dopo secolo, millennio su millennio,
Tu hai visto le genti sfidarsi, morire, rinascere,
insaziabili di gloria e di sangue.
Quante città hanno prosperato sotto il tuo manto di stelle
per poi sparire  sotto i flutti di un corso deviato
o distrutte dall'odio vendicatore della storia!
Quanti lutti hanno trafitto il cuore delle fanciulle
deportate e svendute in terre lontane!
Quanti miti agnellini sgozzati sulle tue sacre pietre
abbiamo immolato per purificarci
dalle infinite insidie del male!
Oggi torniamo da Te, venerabile Dea,
a mani vuote,
reduci di immani tragedie e dolci rimpianti,
le nostre nonne non tessono più
coperte di bisso alle Nossidi novelle,
hanno smesso di desiderare,
il Fato ha strappato loro la speranza dalle mani.
Voglia Tu ora, μέγιστη κυρία, Hera Lacinia,
far risorgere tutta la Μεγάλη Eλλάς
rendendola fertile di idee e di valori,
benevolmente illuminando la via del riscatto
per le  generazioni che verranno dopo di noi.
Ευχαριστώ.

Marianna La Cava

Nota: μέγιστη κυρία= grandissima signora; Μεγάλη Eλλάς=Magna Grecia; Ευχαριστώ= grazie.
Stupenda poesia di Marianna La Cava, figlia dello scrittore Mario La Cava, che mi è pervenuta oggi con queste parole di accompagnamento:
Caro Salvatore,
si sta avvicinando il grande giorno (l’inaugurazione della Nuova Scuola Pitagorica il 18 agosto 2016 a Crotone) e per l'occasione ho scritto una piccola preghiera che spero ti piaccia e che dono all'Associazione quale contributo personale. Vedi tu come utilizzarla. Ciao e a presto. Marianna.
Per chiarezza dei lettori aggiungo che le donne locresi richiamate nella poesia tessevano e offrivano preziose stoffe che portavano al santuario di Hera Lacinia. Lo ricorda anche la locrese Nòsside (IV-III secolo a. C.), la più grande poetessa della Magna Grecia, nel suo terzo epigramma:
Hera venerata, tu che dall'alto del cielo spesso venendo 
Con affetto giù guardi al Lacinio odoroso d’incensi,
Accetta questo tessuto di bisso di lino che, con la sua casta
Figlia Nòsside, tessé Theuphilis del damos di Cleochos.
(traduzione Marcello Gigante)

sabato 13 agosto 2016

INNO PITAGORICO DELL'AMICIZIA

Inno Pitagorico dell’Amicizia

Ognuno è come me:
O nero o giallo o bianco
Ognuno amico è.
Il pesce il bue l’agnello
Lui pure è mio fratello.

Alza di notte gli occhi
E guarda all'universo!
Non senti l'armonia
Di stelle e di pianeti?

Appena sarà giorno
vai, corri al mattatoio:
Spalanca quelle porte
Libera dalla morte
Il fratello minore.

Diventerà la terra
Una casa comune
Per l’uomo e l’animale
E il sangue degli uccisi
Sarà solo il ricordo
Di un tremendo passato.

Salvatore Mongiardo

13 agosto 2016

domenica 7 agosto 2016

ALLA COLONNA

Saluto alla Colonna Superstite del Tempio di Hera Lacinia
Scritto per l’inaugurazione del 18 agosto 2016 della Nuova Scuola Pitagorica
°°°°°

Salute a Te, Superstite Colonna,
Unica e sola tra le trentasei
Del grande Tempio di Hera Lacinia.

Le sue tegole di bronzo dorato
Che brillavano ai raggi del sole
Mostravano la rotta al navigante.

Da quando i Crotoniati Ti innalzarono
Hai visto tanta umanità passare
E Tu silenziosa la guardavi.

Un giorno venne un giovanetto greco
Di bell’aspetto e dalla lunga chioma
Dall’isola di Samo insieme al padre.

Si chiamava Pitagora e a Crotone
Vide un grande sissizio celebrare
E belle donne offrire un Bue di Pane.

Egli visse poi a lungo tra le genti
Di Siria, Egitto e infine Babilonia
E rientrò famoso alla sua Samo.

Esule ritornò alla Tua ombra
Ed insegnò libertà, armonia
Serenità, fraternità, amicizia.

Poi, chiusa la Scuola, il grande Tempio
Crollò: Tu sola in piedi rimanesti
Ad attendere questo lieto giorno.

Grazie, Colonna nobile e solenne,
Che hai sfidato i terreni eventi
E oggi attorno a Te noi qui raduni.

La Nuova Scuola apre le sue porte
Per tracciare un sentiero di armonia
Ad un mondo confuso e smarrito.

Salvatore Mongiardo

Nota
La Colonna Superstite era la seconda - da sinistra guardando il mare - delle sei colonne del lato est sulla scogliera. I lati maggiori avevano ognuno quattordici colonne. Sul lato ovest di sei colonne c’era l’ingresso del Tempio.

Per una dettagliata ricostruzione guardate il video: https://youtu.be/_cQ3tfkl2bs