Quest’anno ricorrono i 150 dell’Unità di Italia tra festeggiamenti, ma anche tra polemiche e tentativi di disgregare l’Italia. Noi vi invitiamo idealmente in Calabria per riflettere sull'Italia e sul suo destino. Difatti la storia del mondo è inconcepibile senza l’Italia che ha generato la Latinità , Roma e il suo impero, la Chiesa cristiana e il papato, Dante, Padre della Patria, e poi il Rinascimento con il fiorire della arti e una lunga schiera di geni da Colombo a Michelangelo a Marconi.
L’Italia nacque in Calabria, terra che radunò popoli molto diversi tra loro: Liguri, Oschi, Morgeti, Sicani, Bruzi, Pelasgi, Taurini, Enotri e Itali. Scrive Aristotele nella Politica, libro 7, capitolo 10:
Italo convertì gli Enotri da pastori in agricoltori e fondò l’Italia nel territorio compreso tra il Golfo di Squillace e quello di Lamezia.
Italo fondò l’Italia non per calcolo politico, ma sull’amicizia come base del vivere comune. Aristotele insiste ripetutamente sullo spirito di amicizia che regnava tra gli Itali: tutti portavano da mangiare e dividevano il cibo nel sissizio, il banchetto al quale partecipavano senza distinzione.
La politica come teoria e pratica di predominio fu una creazione dei Greci: la stessa parola politica viene da polis. Ma fu la peggiore creazione di un popolo grande in tanti altri campi. Le polis greche difatti si distrussero in sterili lotte tra Sparta, Atene e Tebe, come in Magna Grecia tra Sibari, Crotone e Locri.
Il mondo di oggi è dilaniato tra povertà, ricchezza, armi e debiti pubblici che la politica ha creato e non è più in grado di gestire. Ma è soprattutto un mondo che non ci piace perché non corrisponde alla nostra cultura millenaria: per noi Calabresi la terra è la casa comune di tutti senza distinzione tra bianco e nero, ricco e povero, cristiano e musulmano, maschio e femmina, giovane e vecchio: esistono solo amici.
Con il Patto di Amicizia tra gli Italiani vogliamo allargare l’ideale sorto su questa antica terra dove l’Italia nacque e dove vuole rinascere nello spirito di amicizia.
A noi si uniranno Re Italo, Pitagora, Cassiodoro, Gioacchino da Fiore, Tommaso Campanella e San Francesco di Paola che ci guideranno verso l’intramontabile convivio dove ognuno potrà guardare negli occhi dell’altro e vedere solo la luce dell’amicizia.
Nessuno può sfuggire al suo destino: quello dell’Italia, della quale la Calabria è madre, è dare al mondo la Civiltà Sissiziale , la Civiltà dell’Amicizia.
Salvatore Mongiardo