venerdì 13 giugno 2025

S. MONGIARDO- UNA VITA PER LA PACE

            UNA VITA PER LA PACE 


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mercoledì 11 giugno 2025

RICORDO DI ARMIN WOLF DI M. FORSTHOFF

 In memoria del professore Armin Wolf

del dr. Martin Forsthoff

 

Onorevole Sindaco di Squillace Vincenzo Zofrea, Onorevole Sindaco di Tiriolo Domenico Stefano Greco. Onorevoli ospiti. 

Siamo qui riuniti in memoria del professore Armin Wolf.

Facciamo le nostre più sentite condoglianze ai suoi tre figli, Halvor, Elisabeth e Dorothea Wolf, che sono qui riuniti oggi.

Armin Wolf e sua moglie Inge, scomparsa qualche anno fa, hanno vissuto qui a Squillace per più di 30 anni, trascorrendo solitamente lunghi periodi di tempo nella loro casa vicino al castello. Squillace era diventata la loro seconda patria.

Armin era uno storico dell'Alto Medioevo, cioè del periodo intorno al XII secolo, famoso per i suoi numerosi scritti. Il diritto elettorale, dopo l'elezione dei re tedeschi, era la sua specialità. Un'opera in due volumi di quasi 2.000 pagine raccoglie i suoi 33 scritti pubblicati su questo argomento.

Tre mondi erano particolarmente importanti per Armin Wolf: il presente, l'Alto Medioevo e il tempo di Omero nell'ottavo secolo avanti Cristo.

Tutti noi che veniamo da Squillace o che veniamo qui spesso non riusciamo a credere che Armin Wolf non sia più con noi. Abbiamo ancora la sensazione che stai per incontrarci. L'abbiamo incontrato spesso, l'abbiamo ascoltato - non è qui da molto - sulla piazza della cattedrale durante il suo discorso in occasione del gemellaggio con Itaca o quando è diventato cittadino onorario della città di Squillace. Era un uomo simpatico, disponibile e, come tutti possiamo testimoniare, modesto.

Ad Armin piaceva anche nuotare in riva al mare; come Ulisse, separava la marea salata con le sue forti braccia e spesso nuotava al largo. Non era uno studioso da salotto.

Ha ricoperto un importante incarico presso il Max Planck Institute for European Legal History di Francoforte; prima ancora è stato borsista della Fondazione Volkswagen presso l'Istituto Storico Germanico di Roma, è stato visiting fellow presso la Pennsylvania State University negli Stati Uniti e docente ospite presso la University of British Columbia di Vancouver e in Giappone presso la Kyoto University.

Non posso e non voglio commentare la sua specializzazione accademica, l'Alto Medioevo; questo è compito degli esperti.

Vorrei invece spendere qualche parola sul suo hobby, se così si può dire, lo studio intensivo di Omero e dell` Odissea. Da questa passione è nato anche il suo rapporto con Squillace e la Magna Grecia.

Il libro “Il cammino di Ulisse” di Armin Wolf e di suo fratello Hans-Helmut è stato pubblicato nel 1968, oltre 57 anni fa. Dopo la morte del Fratello1993 Armin occupò da solo del libro e lo ampliò in diverse edizioni. Nel 2009 è stata pubblicata una nuova edizione completamente rivista con il Titolo “Il viaggio di Omero” e il sottotitolo “Sulle orme di Odisseo”. Armin ha scelto questo titolo perché riflette meglio il contenuto del libro. Nessuno conosce il viaggio di Odisseo, di cui veniamo a conoscenza solo grazie ai poemi di Omero.

Da diversi anni è disponibile anche una versione italiana del libro, la cui seconda edizione pubblicata a cura della casa editrice LOCAL nel 2022. Il libro di circa 500 pagine, è di facile lettura e riccamente illustrato.

È una risorsa particolare per la Calabria. Ha creato un nuovo legame tra la gente e la sua storia. Ciò è espresso, ad esempio, il fatto che nel 1982 al Golfo di Squillace sia stato dato il soprannome di “Riviera dei Nausicaa” o che a Tiriolo, il luogo da cui si possono vedere entrambi i mari, sia stato vietato di costruire dal governo italiano per mantenere libera la “vista Feaciana”.

Armin Wolf, cittadino onorario di Squillace e di Tiriolo, ha davvero reso servizi eccezionali al Paese. Vogliamo onorare la sua memoria.

Dott. Martin Forsthoff                         7.06.2025

 

 

lunedì 9 giugno 2025

IN MEMORIA DEL PROF ARMIN WOLF

 IN MEMORIA DEL PROFESSOR ARMIN WOLF

(1935-2025)

Carissimi Elisabeth, Dorothea e Halvor, figlie e figlio del Professor Armin Wolf,

Egregio Sindaco di Squillace Zofrea e Consiglio Comunale,

Care Amiche e Amici presenti e che ci seguono da remoto,

             il Professor Wolf ha voluto che le sue ceneri fossero tumulate nel giardino della sua casa, accanto a quelle dell’amata consorte Inge, come avverrà questo pomeriggio.  

            Desidero ora brevemente ricordare i miei incontri con Armin che iniziarono nel lontano 1965. Allora io ero tornato dalla Germania, dove avevo passato un anno ad Hannover per imparare il tedesco, e mi fu detto che a Copanello un professore tedesco voleva parlare della Calabria antica, ma non conosceva l’italiano, e cercava qualcuno che traducesse il suo discorso. Mi offrì io e così conobbi il giovane Professor Wolf che parlava della nascita dell’Italia e di re Italo, che nelle nostre terre aveva fondato l’Italia e creato i sissizi, i banchetti comunitari che miravano a unire il suo popolo, quello dei Greci Enotri, con la popolazione circostante dei nativi. Italo diede a quelle genti il suo nome e così nacque l’Italia. 

            Passarono da allora più di trent’anni e un giorno l’amico Vito Maida mi parlò di un professore tedesco che a Squillace aveva comprato una casa accanto al Castello con ampia vista sullo Jonio, e scriveva cose molto interessanti sui viaggi di Ulisse. Andammo a trovarlo e grande fu la mia sorpresa quando incontrai di nuovo Armin.

            Da allora iniziammo una frequentazione più densa e matura e parlammo molto di Ulisse che naufrago approdò alla terra di Scherìa, che Wolf affermava essere la costa di Lamezia Terme. Potei leggere così la bozza del suo libro nel quale esponeva le sue ricerche con ricchezza di particolari verificati sui luoghi, senza tralasciare nessun dettaglio sulle correnti marine, il volo del falco, il vulcano Stromboli, l’incontro con Nausicaa, la reggia di Alcinoo e il giardino dalla fruttificazione perenne, la lingua greca che Ulisse, Alcinoo e i suoi parlavano… Insomma una mole ingente di prove che Armin aveva raccolto con un lavoro immane di vari decenni.

            Dovette tribolare non poco il caro Armin per la traduzione in italiano del suo importante lavoro, che fu poi rivisto e ampliato in edizione definitiva nel 2022 col titolo Ulisse in Italia. Diverse volte ci confrontammo sull’argomento e nell’edizione definitiva Armin accolse il termine di Prima Italia, la terra dell’Istmo Squillace-Lamezia, dove l’Italia era nata a opera di Italo. Quel riconoscimento della Prima Italia era stata portata avanti con determinazione da Mimmo Lanciano, che poi spinse per la creazione, realizzata dall’amico Franco Caccia nel 2021, allora assessore del Comune di Squillace, del Centro studi e ricerche sulla Prima Italia. Armin accettò di esserne il Presidente Onorario, dispiaciuto di non potere fare molto, perché già affetto da malattia, così io ebbi l’incarico di Direttore. Franco Caccia fu poi anche il fautore del conferimento al Prof Wolf della cittadinanza onoraria di Squillace, meritata non solo per le sue ricerche, ma anche per l’attaccamento suo e della moglie Inge nei confronti della comunità di Squillace, che li ha accolti con affetto e sempre rispettati. In particolare, va ricordato Pino Cerullo che lo ha aiutato con devozione filiale in tutte le loro necessità e incombenze, tanto che Armin lo indicava ai suoi figli come il loro fratello italiano. Alla fine della cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria lo accompagnai a casa e gli chiesi se era contento. Armin rispose: Sì, sono molto contento!           

In un incontro successivo gli dissi che la sua impeccabile ricostruzione del viaggio di Ulisse in Italia non metteva in luce l’etica che sovrasta tutta quella vicenda. Ulisse arrivò in Italia proveniente da Troia, distrutta anche grazie alla sua astuzia, e naufrago approdò in una terra, dove venne accolto e onorato, rivestito e riempito di doni. Ma Ulisse bramava tornare alla sua Itaca, e Alcinoo lo aiutò col viaggio in nave, che, secondo me, era stato come un viaggio dal paradiso dell’Italia all’inferno di Itaca. Lì, la fedele moglie Penelope ingannava con astuzie i pretendenti Proci. E quando Ulisse iniziò la strage dei Proci, il figlio Telemaco lo aiutò nella spietata carneficina e Penelope indicò le dodici ancelle che si erano date ai Proci dietro suo invito per stornarli da sé. E cosa fanno padre e figlio? Tendono una corda e impiccano le poverette che agitavano le gambe come colombe prese al laccio, come scrive Omero. La mia conclusione era che Ulisse, Penelope e Telemaco vivevano con gran gusto in un mondo di violenza nel quale erano nati e cresciuti, anche se Ulisse aveva avuto esperienza del mondo senza odio né violenza dell’Italia, che però non aveva accettato. 

            Ripresi l’argomento in un’altra occasione e cercai di spiegare quelle mie affermazioni in questo modo. Io avevo lasciato la Calabria per la Germania in cerca di libertà di vita, che in Calabria mi mancava, mentre Armin aveva cercato la Calabria come terra di Ulisse, ma in profondità egli cercava un mondo ideale dove vivere e godere della vita tra gente socievole, volenterosa e pacifica. Quella che io chiamavo brama di Italia non era un fenomeno nuovo, ma aveva dei testimoni come Enea, il vinto, che trovava rifugio in Italia al pari del vincitore Ulisse. Più tardi anche Pitagora abbandonò Samo, dominata dalla tirannia, e sbarcò a Crotone. Altrettanto fece poi un tedesco, San Bruno di Colonia, che abbandonò l’università di Reims, di cui era rettore, e i Normanni, armati fino ai denti, che avevano invaso tutto il Sud Italia. Egli, come poi scrisse, desiderava vivere appartato tra gente buona e semplice, nella montagna di Serra. 

La Calabria quindi come terra di quanti anelano alla felicità e alla pace, una patria che io e Armin cercavamo in Germania, ma che alla fine abbiamo trovato in Calabria, l’unica terra che non ha mai fatto guerre né dentro né fuori dei suoi confini. Essa però è stata invasa e dominata da venti popoli stranieri in armi, a cominciare proprio dai Greci. Una vicenda unica che adesso viene riesaminata, e dalla quale emerge la Calabria come patria di chi veramente ama la pace. Carissimo Armin, la terra che tu hai tanto amato, con altrettanto amore accoglie oggi le tue ceneri, e dice a gran voce: 

Eterna viva la memoria di Armin Wolf!

Salvatore Mongiardo, Squillace, 7 giugno 2025.