Discorso dello Scolarca per
l’inaugurazione della Nuova Scuola Pitagorica
Care Amiche e cari Amici,
Intorno al 740 a. C. i greci vennero a
Crotone in cerca di una vita migliore e furono fortunati perché trovarono qui
la prima Italia con uomini e donne libere. Due secoli dopo, nel 532 a. C.,
Pitagora, anche lui in cerca di una vita migliore, tornò a Crotone dove era
stato da ragazzino col padre. Qui egli seppe fondere lo stile di vita degli
Itali, basato su libertà, giustizia sociale, amicizia e solidarietà, assieme alla
sua dottrina matematica e filosofica. Così nacque la Magna Grecia. Oggi altre
barche arrivano alle nostre coste, cariche di disperati che cercano anch’essi una
vita migliore. Essi sono i rappresentanti visibili di tutto un mondo allo
sbando che cerca qui da noi un approdo di salvezza.
Può oggi la Magna Grecia ripetere il
miracolo successo ai tempi di Pitagora? Io sono convinto che non solo può, ma
deve: è questo il destino della Calabria, terra nata per dare e non per prendere. Da decenni io vado scrivendo e predicando che
in Calabria c’è il più grande giacimento culturale dell’umanità ed è nostro
compito portarlo alla luce per il bene di tutti. Questo compito si capisce meglio
se immaginiamo un asse Grecia-Magna Grecia che oggi inizia con il gemellaggio tra
le due comunità di Crotone e Samo. E saluto Stamatis Skoutas, rappresentante del
sindaco di Samo, che ci onora della sua presenza. Benvenuto in Magna Grecia: kalòs òrises sti Megàli Ellàda. Io sono
convinto che Grecia e Magna Grecia, due popoli oggi marginali e problematici,
saranno l’asse portante della Nuova Civiltà Sissiziale. E mentre ringrazio di
cuore tutti voi presenti venuti da vicino, da lontano e dall’estero, voglio ricordare
una persona che ha tanto sperato nella riapertura di questa Scuola: il monaco
Kosmàs del Monte Athos che mi esortava: Torna
in Calabria, apri la Scuola! Kosmàs mi raccontò che lui stesso era venuto
in Calabria spinto dal monaco Paisios, un taumaturgo famosissimo in Grecia, che
lo esortava: Va in Calabria, da lì verrà la luce. Io desidero espandere quel suo
pensiero così: dove nacque la Magna Grecia nascerà la Magna Terra, il mondo
nuovo.
Cosa farà la Nuova Scuola Pitagorica? Sono
molte le idee e le proposte che ci giungono e che vedremo in seguito, ma due
progetti desidero menzionare ora: la costruzione della Città dell’Armonia, una
cittadella filosofica e scientifica dove giovani e studiosi potranno
confrontarsi e indagare le cause profonde della violenza umana che grava con
costi umani e finanziari insopportabili. L’amico Fortunato Nocera ha suggerito
il titolo di Armonia per la nuova Città, quanto di più pitagorico si possa
immaginare. Un altro progetto, che vedrà presto la luce, sarà la riapertura del
tiaso pitagorico, l’associazione di donne che nell'antichità si riunivano per
celebrare libertà e femminilità come faceva la poetessa Nosside a Locri.
Il tiaso, del quale vi si dirà tra breve,
sarà come riaccendere l’antica fiamma per forgiare una nuova umanità. La
salvezza e la liberazione del maschio dalla violenza sarà il compito che la
storia oggi, da Crotone, affida alle donne di tutto il mondo. Fra poco
celebreremo il sissizio, il banchetto comune che re Italo pose a fondamento
dell’Italia e che Pitagora celebrava con i suoi allievi ogni sera in segno di
unità. Pitagora vide anche Il Bue di Pane presso gli Itali che lo facevano per
ringraziare il bue che aveva tirato l’aratro, lo prese a simbolo della fine di
ogni uccisione e lo offrì agli Dèi quando scoprì il suo famoso teorema. Adesso quel
Bue di Pane è tornato tra noi dopo più due millenni di oblio.
E ora vi invito ora ad alzarvi in piedi
per la proclamazione solenne dell’apertura della Nuova Scuola Pitagorica.
Care Amiche e cari Amici, con mente libera
e cuore puro dichiariamo aperta la Nuova Scuola Pitagorica di Crotone per il
bene dell’intera umanità e vi chiediamo di sostenerci in questa impresa col
vostro affetto e favore. Evoè, Evoè, Evoè.
Salvatore Mongiardo, Crotone, 18 agosto
2016
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