SISSIZIO
DELL’AMICIZIA
18
AGOSTO 2013 ORE 19 – LOCALITA’ GIAMBARELLO 13
2
km verso la pineta, passato il centro storico di Sant’Andrea Ionio -CZ-
Carissime Amiche ed Amici,
quest’anno ci riuniamo
nel nome dell’AMICIZIA, la forza potente e dolce capace di cambiare la vita.
L’amicizia fu il più alto valore che Pitagora trovò nella nostra terra. Nella Vita Pitagorica Giamblico lo espresse in
questo modo sublime:
Per Pitagora l’amicizia era il valore fondante che
comprendeva tutti i viventi, da Dio all’animale. Difatti, abbracciava
cittadini, stranieri, marito e moglie, fratelli, congiunti e animali:…amicizia degli dei verso gli uomini, degli
uomini l’uno per l’altro, fra i cittadini, stranieri, dell’uomo per la moglie,
i figli, i fratelli, i parenti, amicizia insomma di tutti per tutti, persino
verso certi animali, grazie a un sentimento di giustizia e di naturale unione e
solidarietà, amicizia del corpo mortale con se stesso, pacificazione e
conciliazione delle contrastanti forze latenti in esso. L’amicizia è uguaglianza… Ma ancora più degno di ammirazione è quanto i
Pitagorici affermavano circa la comunione dei beni divini… Sovente si
rivolgevano l’un l’altro l’esortazione a non distruggere l’elemento divino che
è in noi stessi. Così, tutta la sollecitudine per l’amicizia che essi avevano
nell’agire e nel parlare mirava in un certo senso a fondersi e a divenire
tutt’uno con la divinità, a entrare in comunione con la mente e con l’anima
divina. Diventare amici dei
propri nemici: così raccomandava Pitagora.
Ugualmente Gesù
predicava l’amicizia come massimo comandamento: amate i vostri nemici.
Voi siete miei amici…; vi ho chiamato amici, perché tutto quello
che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Tramite l’amicizia
Gesù unisce se stesso e i discepoli al Padre in un vincolo di partecipazione
alla natura divina.
L’amicizia, così
fortemente predicata prima da Pitagora e poi da Gesù, deriva dall’amicizia che
re Italo aveva posto a fondamento dell’Italia: l’amicizia, non la politica.
L’amicizia sarà
la sola regola della Civiltà Sissiziale, nella quale le guerre, la solitudine,
l’angoscia e la fatica del vivere saranno un brutto ricordo del passato, di questo
mondo fatto di egoismi, furberie, ruberie, violenze, uccisioni, prepotenze e
miseria.
Il Bue di Pane
ci aspetta per ricordarci il traguardo verso in quale ci sprona Cristo che
ritorna da Crotone: sia solo amicizia
tra tutti i viventi. Cristo, che ha mondato il lebbroso, ci aiuterà a mondare
la terra dalla lebbra della politica.
Leviamo il
saluto della nuova Civiltà Sissiziale: EVOE’! Venga il bene!
Portate cibo da condividere,
non carne né pesce: nel Sissizio sarà amicizia anche con i nostri fratelli
minori, gli animali.
Salvatore
Mongiardo
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