mercoledì 17 dicembre 2025

PITAGORA ALLE OLIMPIADI

PITAGORA ALLE OLIMPIADI 

L’amico Prof. Lino Mungari mi chiede di scrivere qualcosa sul pensiero di Pitagora riguardo ai Giochi Olimpici, cosa che faccio volentieri per mostrare una parte della dottrina pitagorica poco o per nulla conosciuta.

 Pitagora fu campione olimpico nel pugilato! Pochi conoscono questa vicenda riportata da alcuni storici antichi tra i quali Diogene Laerzio. Pitagora, dunque, si presentò a Olimpia con i capelli lunghi e vestito di porpora. In realtà Pitagora portò sempre i capelli lunghi - perciò era chiamato il lungo chiomato di Samo - e la veste di porpora in quell’occasione era forse uno sfoggio della ricchezza della sua famiglia. Egli non aveva ancora raggiunto i diciotto anni e perciò poteva gareggiare solo con i fanciulli, come allora erano chiamati i minori di anni diciotto. Quell’apparizione inaspettata provocò la derisione da parte dei pugili maggiorenni di quel ragazzo molto bello di natura che appariva come un bell’imbusto. Pitagora, vinto dall’ira, sfidò allora al pugilato gli adulti… e li vinse. Perciò meritò la corona di ulivo: oggi sarebbe la medaglia d’oro.

         Col tempo e la ricerca Pitagora (590-500 a. C.) rifletté su quell’episodio e giudicò negativamente quella esperienza con motivazioni che esponeva ai suoi allievi, giudicando severamente sia la gara che vittoria. E difatti insegnava: 

La vittoria sporca l’uomo: chi gareggia, anche se non lo fa per soldi, è comunque corrotto nell’animo, poiché aspira a distinguersi e ad emergere sulla comunità.

        Pitagora ammetteva che si potesse gareggiare solo per scherzo. Egli escludeva la competizione in ogni situazione, perché, secondo lui, essa era all’origine di ogni conflitto, portando alcuni a primeggiare sugli altri per dominarli o per possedere di più. Comunque la competizione creava ansia e angoscia, il contrario di quello che egli giudicava come il primo dovere e diritto di tutti: vivere felici.

 Milone di Crotone fu campione insuperato in ben sei Olimpiadi, dove partecipò e vinse nella lotta; ottenne anche sei vittorie ai Giochi Pitici, dieci ai Giochi Istmici e nove ai Giochi Nemei. Fu anche simpatizzante o allievo di Pitagora, di cui sposò la figlia Myia. Eppure, fu proprio lui, armato come Ercole di mazza e coperto con la pelle di leone, a guidare l’esercito di Crotone che distrusse Sibari nel 510 a.C. Cambiare il mondo non è mai stato facile, e tuttavia la dottrina pitagorica torna oggi di grande attualità e spinge l’umanità, se vuole sopravvivere, a spegnere ogni conflitto. 

Salvatore Mongiardo

        16 dicembre 2025 

sabato 6 dicembre 2025

NATALE PITAGORICO 2025

 

NUOVA SCUOLA PITAGORICA

 

Domenica 14 dicembre 2025 alle ore 10.30

 Offriremo a Gesù Bambino un abete

un Bue di Pane

una stella a cinque punte

emblema dei Pitagorici prima di diventare stella di Natale


O albero di abete

Son verdi le tue foglie!

Son verdi con il sole,

E verdi con la neve,

E a noi sempre parlano

Di gioia, amore e pace!

 

PROGRAMMA

1. Il Maestro Gaspare Brescia illustrerà il presepe da lui preparato

2. Salvatore Mongiardo rivolgerà gli auguri di Buon Natale

3. La prof. Rosanna Iembo parlerà e reciterà la sua Poesia Matematica della Pace

4. Canti di Natale

5. Interventi dei presenti

Vi invitiamo a unirvi a noi in una mattinata di attesa della pace nel mondo.

Vico Municipio 1 (Piazza Duomo) - Crotone - Per info: 348 78 20 212


mercoledì 3 dicembre 2025

PENSIERI SERENI

PENSIERI SERENI

 

Tutto ci è stato dato,

Nulla ci sarà tolto.

Quando il tempo, padre della vita,

Solleverà il velo di carne

Noi guarderemo ai terreni eventi

Con cuore gioioso e occhi contenti.

 

Versi a me dettati dall’arciprete don Salvatore Bressi nel 1966, tratti dal mio libro Ritorno in Calabria, 1994.

 Salvatore Mongiardo

Dicembre 2025 

mercoledì 26 novembre 2025

DALE GEMELLE KESSLER A SAN BRUNO E OLTRE

 

Dalle Gemelle Kessler a San Bruno e oltre

 



La recente morte volontaria della Gemelle Kessler mi ha richiamato alla mente La Danza o Trionfo della Morte dipinta in Val Seriana a Clusone, provincia di Bergamo, non tanto per le lunghe gambe ossute, ma per il trionfo vero e proprio della morte che, nell’eutanasia delle Gemelle, mi appare come voglia di morte irrefrenabile di antichissima origine indoeuropea: se non uccidi qualcuno, anche a sé stessi se necessario, non hai gustato il grande piacere di dare la morte.

Ecco il dipinto: 


 La lugubre vicenda delle Kessler ha avuto in Germania una lunga storia ben documentata: almeno 7.057 suicidi furono segnalati solo a Berlino nel 1945, sebbene si ritenga che il numero reale sia superiore. Quei suicidi, praticati subito dopo la morte di Hitler, avvennero in tutta la Germania: nella cittadina di Demmin circa 1.000 persone si tolsero la vita. Molti gerarchi nazisti e i loro familiari si suicidarono dopo Adolf Hitler ed Eva Braun il 30 aprile 1945. Joseph Goebbels, ministro della Propaganda, uccise col veleno i suoi sei figli assieme alla moglie Magda, che uccise sparandole, lei consenziente, prima di spararsi. 

Nessun italiano, che io sappia, si è suicidato alla morte di Mussolini… Dicono che le razze non esistono, ma quest’episodio solleva qualche dubbio in merito.

             La voglia di morte aveva imperversato in Germania sotto Hitler già a partire dal 1933 con l’Aktion T4, un programma di eutanasia che portò alla soppressione di centinaia di migliaia di persone di nazionalità tedesca con disabilità mentali e fisiche, le cosiddette "vite indegne di essere vissute". La soppressione avveniva per mano di medici che iniettavano con la siringa il veleno nel braccio della vittima.

Si stima che durante il periodo di applicazione del programma T4, siano state uccise fra le 60000 e le 100000 persone; per quanto riguarda la sola terza fase dell'Aktion T4, i medici incaricati di portare avanti l'operazione decisero di uccidere il 20% dei pazienti presenti negli istituti di cura, per un totale stimato di circa 70000 vittime. Le uccisioni proseguirono anche dopo la fine ufficiale del programma, portando il totale delle vittime intorno alle 275.000.

Per maggiori ragguagli su questa vicenda consultate il sito: https://it.wikipedia.org/wiki/Aktion_T4.

 

Nei due anni 1965-66 che io ho passato in Germania, alcune persone mi hanno raccontato che quando un loro familiare veniva soppresso, se i vicini chiedevano sue notizie non vedendolo più, i familiari mentivano dicendo: Il governo l’ha mandato in vacanza a Merano, dove si trova molto bene.

     Freud ha scritto che il maggior piacere del maschio è uccidere, un piacere, secondo me, camuffato sotto varie ragioni come la difesa dei confini, la patria, la religione, il valore o altro: in realtà tutte le guerre nascono da quella precisa voglia di morte. Io sono un ammiratore di San Bruno, un santo secondo me non capito, che abbandonò Germania, Francia, Roma con tutti i disordini e le guerre, e volle vivere a Serra tra il popolo dei Lacini, gente semplice e buona. Senza rendersene conto, egli era un emulo di Pitagora, che abbandonò tutti gli onori di Kroton per andare a vivere tra i Lacini di Capo Lacino. Tutti e due arrivarono in Calabria a circa sessanta anni di età: Pitagora sposò la giovanissima e bellissima Teano, con la quale ebbe sei figli. Invece, il tedesco San Bruno scaricò la voglia di morte della sua gente contro sé stesso con penitenze durissime, vita solitaria e preghiere costanti che lo portarono alla morte per incontrare lo sposo, Gesù. Con tutta la mia simpatia, San Bruno rivolse la voglia di morte contro sé stesso, rifiutando la vita semplice e naturale dei Lacini. E, sia detto senza malizia e solo col desiderio di aiutarli, i Certosini i sembrano i nazisti di sé stessi, conducendo una vita di solitudine e penitenze durissime. Contenti loro…

 San Bruno o Brunone di Colonia (1030-1101)

 

 

Questa voglia di morte ha accompagnato gli Ebrei fin dalla liberazione dalla schiavitù in Egitto, quando conquistarono la terra dei popoli che sterminarono per creare l’antico stato di Israele. Gli Ebrei della diaspora, poi, sono stati perseguitati e uccisi dappertutto, mentre oggi la loro guerra contro i Palestinesi è sotto i nostri occhi. Che dire? Questa vicenda non è la sola, ma accompagna tutti i popoli di origine indoeuropea, Slavi e Anglosassoni inclusi, i quali hanno sempre guerreggiato negli ultimi seimila anni. Ciò è confermato dalla vicenda di Sansone e della sua amante Dalila, che lo tradì tagliandoli i capelli nei quali stava la sua forza, e lo consegnò ai suoi nemici Filistei, antico nome dei Palestinesi, che l’ebreo Sansone aveva ucciso in gran numero. I Palestinesi lo accecarono e lo misero a girare la mola di un mulino come un bue. Poi fecero una grande festa nel tempio di Dragon per celebrare la loro vittoria su Sansone, portato incatenato. Ma egli aveva riacquistato la forza con la crescita dei capelli e fece crollare le colonne del tempio, uccidendo sé stesso e moltissimi Palestinesi. Questa vicenda, è scritta nella Bibbia (Libro dei Giudici, 21-31), dove è specificato che essa avvenne… a Gaza! Lì, dopo tremila anni, la lotta continua.

 

Sansone a Gaza

 


 

Riprenderò quest’argomento, per ora solo accennato, perché ritengo che sia giunta l’ora di buttare fuori dalla storia ogni guerra con un sommovimento mondiale delle coscienze che sollevi l’umanità dalla melma che la sommerge.

 

Salvatore Mongiardo

26 novembre 2025

martedì 25 novembre 2025

VIOLENZA CONTRO LE DONNE 2025

 

VIOLENZA CONTRO LE DONNE

25 NOVEMBRE 2025

 

Oggi si celebra la giornata della violenza contro le donne, e, come Filosofo delle Donne, desidero allargare il discorso a Maria di Nazaret, madre del mio grande amico Gesù. Maria visse per ben due volte la peggiore violenza che una donna può subire: vedersi uccidere un figlio. Il primo fu proprio Gesù, messo in croce sotto i suoi occhi. Il secondo fu Giacomo il Giusto, fratello del Signore, come lo chiamano San Paolo nella Lettera ai Galati 1, 19 e lo storico ebreo Giuseppe Flavio nelle Antichità Giudaiche. Giuseppe scrive inoltre che Giacomo, guida dei cristiani di Gerusalemme, fu condannato a morte dal Sinedrio sotto il Sommo Sacerdote Anania nel 62 d.C. e fu lapidato.

Questo mi porta a pensare che quando un soldato muore in guerra, anche sua madre muore e sopravvive come una morta. Il recente fenomeno di atti ripugnanti di violenza contro le donne in realtà nasconde un fenomeno molto più ampio, ben documentato dalla distruzione di tutte le immagini di Maria che a migliaia sono state annientate in tutte le chiese cristiane a nord delle Alpi. Anche il culto e il nome di Maria sono stati eliminati dalla Riforma Protestante, la quale non è stata ancora studiata per quello che fu in realtà: un’avanzata della violenza delle popolazioni di discendenza e cultura indoeuropea che ha travolto l’Europa fino alle due guerre mondiali. E non è ancora finita, se esaminiamo sotto questa luce quanto succede in Ucraina e Israele.  

Il problema non è stato ancora ben analizzato nella sua origine: la dignità della donna per natura è, secondo i Pitagorici, superiore a quello dei maschi, e le donne sbagliano se vogliono gli stessi diritti dei maschi. Sono i maschi che devono adottare il principio materno: generare la vita, proteggerla e aiutarla in ogni situazione. Torneremo ancora su questo argomento e intanto vi lascio col mio libro Mi dimetto da maschio per libera e gratuita diffusione.

 

Salvatore Mongiardo

25 novembre 2025

 

Italiano - Mi dimetto da maschio:

https://drive.google.com/file/d/15VxVN0mM_3yWx7SE7G7cQTyZV5AY4BFg/view?usp=sharing

 

English - I dismiss myself as a male

https://drive.google.com/file/d/1u6FxXP5TBt_vs6b2_q-wBlBRLI544Bb-/view?usp=sharing

 

martedì 18 novembre 2025

ROSANNA IEMBO-UN INFORMATICO ATEO E UN MATEMATICO CREDENTE

UN INFORMATICO ATEO E UN MATEMATICO CREDENTE

 

Il 31 Ottobre ed il 25 Dicembre

 

Mancavano due giorni al Natale. Si respirava un’aria di festa in tutta la città.

Nel dipartimento del campus universitario, alcuni docenti avevano deciso di incontrarsi per un saluto prima del periodo di chiusura delle festività. I credenti si scambiavano gli auguri di Natale, ma c’era sempre qualcuno che si limitava ad un happy holidays.

Poi, nel dipartimento di matematica ed informatica si accese una vera e propria discussione.

 Un Informatico, che si definiva ateo, con un sorriso sornione scuoteva la testa e diceva con un fil di voce:

Non capisco, si danno gli auguri per il 25 dicembre, ma non sanno di essere in ritardo di ben due mesi. Potevano già scambiarseli il 31 ottobre.  

 Il Matematico, un credente praticante, gli chiese il perché di quel sorriso un po' beffardo e l’Informatico rispose:

Proprio tu mi fai questa domanda, non lo sai che il 31 ottobre è come il 25 dicembre?

 Ed il Matematico:  

Certo che lo so: stai parlando del numero 31 in base 8 e del numero 25 in base 10.

Il numero 31 in base 8 diventa 25 in base 10, basta applicare la funzione polinomiale. Infatti, queste cose, voi informatici, le avete imparate da noi matematici.

318 = (3 x 81) + (1 x 80) = 3 x 8 + 1 x 1= 24 + 1 = 2510.

 L’informatico:

Ed allora perché aspettate il 25 dicembre, potreste anticiparvi al 31 ottobre.

 Il Matematico:

Perché non stiamo parlando solo di numeri, ma di fede. E poi il sistema ottale lo usate soprattutto voi, perché dallo 0 al 7 con una cifra ottale vi risparmiate ben tre cifre del sistema binario,

 

lo 0 ottale è lo 0000 del binario

l’1 ottale è lo 0001 del binario

….

il 7 ottale è lo 0111 del binario

 

Dal 10 ottale in poi ve ne risparmiate 2 cifre del binario: l’11 ottale è il 1001 binario, per esempio. Comunque sempre una bella economia, per così dire. Ma il 25 dicembre è tutt’altra cosa, non è solo un numero, è l’evento che ha cambiato le sorti dell’umanità.

 L’ Informatico:

Per voi credenti sicuramente. Non capisco, però, perché non vi imbestialite vedendo che ormai il 25 dicembre è diventato solo regali e panettone.

 Il Matematico:

Il nostro più grande dispiacere!

 L’ Informatico:

Tornando ad ottobre, ti ricordo che l'etimo di "ottobre" deriva dal latino octōber, che a sua volta viene da octo, ovvero "otto". Questo perché, come tu sai, nell'antico calendario romano che iniziava a marzo, ottobre era l'ottavo mese dell'anno. Perciò il sistema ottale, che noi spesso abbreviamo in ott oppure oct, ha le sue antiche e nobili origini senza contare che rimanda con la mente giustappunto ad ottobre.

 Il Matematico:

Ed io ti ricordo che il calendario gregoriano, adottato da tutti i paesi del mondo, fu introdotto da un  papa, per l’esattezza da papa Gregorio XIII nel 1582, come correzione del precedente calendario giuliano di epoca romana. Fu ideatore del calendario gregoriano, Luigi Lilio, medicoastronomo e matematico italiano, di origine calabrese per l’esattezza, molto vicino scientificamente alla famosa Scuola Pitagorica di Crotone. E l'etimo di "dicembre" deriva dal latino december, che significa "decimo mese", perché era il decimo mese nell'antico calendario romano, che iniziava con marzo, come hai detto tu. E questo ci riporta al sistema decimale!

 L’ Informatico:

Pensando al numero 8, non posso non pensare al nastro di Möbius che tanto piace anche a te, visto che l’hai “affisso” sulla porta del tuo studio.

 

 


Nastro di Möbius


Il Matematico:

Mi piace l’8 e il nastro di Möbius: tutti e due rappresentano la continuità in un percorso verso l’infinito che mi conduce a Dio. Ma mi piace tanto anche il numero 10, perché non posso non pensare alla tetraktys pitagorica:

  


TETRAKTYS PITAGORICA

 

La tetraktis, geometricamente, è un triangolo equilatero che sposa i numeri in quel connubio sacro che tanto amarono i primi matematici dell’umanità. Ok, allora, buone vacanze, io passo un attimo in cappella prima di andarmene.

 

L’ Informatico:

Ti accompagno, facciamo un pezzo di strada insieme.

Il Matematico:

Grazie. Allora, fede e scienza possono camminare insieme, aggiunse sorridendo.

 L’ Informatico:

Buon Natale.

 Il Matematico:

Buona vita a te.                         

 E così il 31 ed il 25 si diedero la mano nel cammino della vita, che, pur costellata da sistemi diversi con variabili di ogni tipo, cercano tra continuità e singolarità l’armonia del vivere seguendo la luce di una stella!

 Il Matematico tra sé e sé continuò a pensare:

Però, la storia dimostra che scienza e fede possono benissimo andare assieme, prova ne è la stella regolare a cinque punte, che i Pitagorici usavano come loro simbolo di riconoscimento e che, senza alcun programma di diffusione, ora viene esposta a Natale in tutto il mondo. Questo indica che l’umanità, ancora divisa su tanti argomenti, è comunque incamminata verso un destino di armonia universale!

  


STELLA PITAGORICA

 

 

 


STELLA DI NATALE

 

Rosanna Iembo

Novembre 2025 

mercoledì 12 novembre 2025

PENSIERI D'AMORE

                                                 PENSIERI D’AMORE

                di Salvatore Mongiardo

              novembre 2025

 

All’universo nato dal mistero                           

Alle galassie immense e ai buchi neri

Al sole e all’infinito firmamento

Alla terra ai monti e al mare  

Noi mandiamo pensieri d’amore.

 

All’orso bianco che vaga nel freddo

Cercando una preda per nutrirsi

Alla foca azzannata dall’orso 

Che tinge il ghiaccio con il suo sangue 

Noi mandiamo pensieri d’amore.

 

Al serpente che morde velenoso

Al tonno che saltella sulle onde

Alla rana che gracida nel lago

All’aquila che vola silenziosa

Noi mandiamo pensieri d’amore.

 

Al maestoso elefante che cade

Colpito da vigliacco cacciatore

Al bue trascinato al macello

Che muggisce morendo scannato

Noi mandiamo pensieri d’amore.

 

Ai bimbi morti di malnutrizione

Tra le braccia di madri disperate

Ai soldati di tutte le guerre

Uccisi da bombe frecce e spade  

Noi mandiamo pensieri d’amore.

 

Alle spose che attesero invano 

Il ritorno dell’amato caduto

Alle donne oppresse e maltrattate

Ed a quelle arse vive nei roghi 

Noi mandiamo pensieri d’amore.

 

Agli ebrei che graffian le pareti

Soffocando nelle camere a gas

A Hitler che impugna la pistola

E uccide Eva Braun e sé stesso

Noi mandiamo pensieri d’amore.

 

A Gesù Cristo morto sulla croce 

Sotto gli occhi straziati di sua madre

A Giuda scellerato traditore

Che pende giù dall’albero impiccato

Noi mandiamo pensieri d’amore.

 

Ai finanzieri affaristi e banchieri

Che succhiano il sangue ai poveretti

Agli umili che gemono in miseria

Cercando di calmare fame e sete

Noi mandiamo pensieri d’amore.

 

A chi non ce la fa e prende droga

E distrugge sé stesso e la famiglia

Ai criminali e bande fuorilegge 

Che si ammazzano in lotta tra di loro

Noi mandiamo pensieri d’amore.

 

Ai bambini ed ai martiri islamici

Che per la loro causa vanno a morte

Alle bambine nate e soffocate

Solamente perché son femminucce

Noi mandiamo pensieri d’amore.

 

Ai governanti corrotti e incapaci

Che portano i popoli al disastro

Alle genti che piangono soffrendo

Per guerre malattie rivalità

Noi mandiamo pensieri d’amore.

 

A chi soffre in completa solitudine 

A chi è malato in casa o in ospedale

A chi gemendo aspetta la sua fine 

Lasciando i propri cari costernati

Noi mandiamo pensieri d’amore.

 

A chi sente l’angoscia che l’assale

E deve fare uso di calmanti

A chi dispera per il suo domani

E passa i giorni nella frustrazione

Noi mandiamo pensieri d’amore.

 

Ai politici falsi e inconcludenti 

Agli imbroglioni di tutte le razze

Ai ladri faccendieri e malviventi

Ed ai bambini soldati dell’Africa 

Noi mandiamo pensieri d’amore.

 

Ai fabbricanti di armi mortali 

Ed ai custodi degli arsenali 

A chi sogna la fine di ogni guerra

Sperando che finisca la violenza

Noi mandiamo pensieri d’amore.

 

Ed a tutte le donne della storia

Che han subito ogni umiliazione

Percosse stupri aborti disonore 

Schiavitù servitù prostituzione 

Noi mandiamo pensieri d’amore.

 

Ai maschi che han sempre comandato

E sono ormai incapaci a governare

Ai migranti dei barconi affondati

Che il mare accoglie come fresca bara

Noi mandiamo pensieri d’amore.

 

A chi spera con rinnovato ardore

Che per l’umanità arrivi il giorno

Di fratellanza e gioia universale

Serenità bontà ed allegria

Noi mandiamo pensieri d’amore.

 

Ed alla Donna vestita di sole 

Coronata di stelle perché calmi

L’interna lotta del cuore del maschio

E venga in terra l’Era della Donna

Noi mandiamo pensieri d’amore.

sabato 1 novembre 2025

ALBA SUL MARE

  

ALBA SUL MARE


Rossa la lampada del cielo

Si accende sopra il mare

E la luce trionfa sulle tenebre.

 

Ma poi la notte vincerà col buio

Finché il nuovo giorno spunterà.

 

Allora il Sole carezzerà il mio viso

Dicendomi: Non devi disperare,

Da tempo immemorabile risplendo!

 

E anche tu risplenderai immortale

Nel giorno che non ha alba né sera,

Stella lucente dell’Invisibil Fuoco

Ch'anima e regge l'Universo intero.  

 

Salvatore Mongiardo

Novembre 2025

mercoledì 15 ottobre 2025

AMORE E MARE

 Amore e mare

 

Un agguato di stelle

Prepara la sera

Con falce di luna

Scagliata nel cielo.

Solitaria si abbuia la scogliera

Sopra la mansuetudine d’argento.

 

La tua vacua follia

Ha svenato il nostro amore:

Afflizione senza rancore

Increspa la mia anima,

Insabbia la mia voglia.

 

È vicina l’estate:

Ignaro mi consola

Un canto di usignolo

Compagno nella notte.

 

Salvatore Mongiardo, Ottobre 2025

sabato 11 ottobre 2025

CALABRIA PRIMA ITALIA

https://drive.google.com/file/d/1oU9UGFuvcoHNFg24RGQBRCIhrYIA11Ev/view?usp=sharing

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mercoledì 8 ottobre 2025

L’ETICA UNIVERSALE - UNIVERSAL ETHICS

L’ETICA UNIVERSALE - UNIVERSAL ETHICS 

https://drive.google.com/file/d/14xYV5usVt3HZ75bPMC9CR9t43E01v92I/view?usp=sharing


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lunedì 22 settembre 2025

16 SETTEMBRE 2025

16 Settembre 2025

 

Con il filosofo prof Salvatore Mongiardo[1] da tempo ci sentivamo in merito  alla stesura del libro “CIVILTÀ ITALICA E DELLA MAGNA GRECIA” che stava scrivendo con il medico scienziato prof Giuseppe Nisticò[2].

Ci scambiavamo idee e suggerimenti sulla matematica pitagorica, ma soprattutto sul pentalogo[3] pitagorico, ossia i cinque principi etici della Comunità Pitagorica, e caldeggiava una mia riflessione dal punto di vista matematico per dare agli stessi validità universale.

E così fu.

Decisi di dare al pentalogo fondamenta matematiche e cominciai a scrivere ripercorrendo un po' tutta la storia dei Pitagorici dall’origine ai giorni nostri, passando per il Rinascimento, la geometria frattale, la life science e tanto altro ancora, per affermare che l’armonia pitagorica era basata su concetti matematici e pertanto ha un valore attuale ed universale[4].

Il libro di Mongiardo-Nisticò, edito da Media&Books, vede la luce nel mese di Luglio 2025.

Gli autori[5] decidono di citare anche il mio nome circa il pensiero matematico pitagorico che attraverso i secoli ha saputo dare nell’arte “espressioni insuperabili di bellezza” .

Inizia la presentazione del libro in giro per l’Italia.

Il 16 Settembre 2025 la presentazione del libro viene fatta a Crotone presso la sede della Nuova Scuola Pitagorica, fondata dal prof Mongiardo assieme ad altri.

Evento di successo. Magnifici i relatori-autori con le loro magistrali presentazioni, incisive le conclusioni dell’editore dottor Santo Strati.

Saluti vari, fine della serata.

Ma il giorno dopo, nel pomeriggio, qualcosa si affaccia alla mia mente, qualcosa non di nuovo per chi è abituato a giocare con i numeri, ma di diverso e oserei dire di magico.

Rifletto sulla data: la presentazione è avvenuta a Crotone il 16 settembre 2025 cioè il 16/9/25 e lì sono balzata dalla poltrona mentre cercavo di riposare (e chissà perché non ci riuscivo…)

Quella data altro non era che la terna pitagorica primitiva 4,3,5: per l’esattezza la terna primitiva[6] elevata al quadrato. Ed una terna pitagorica elevata al quadrato è la rappresentazione algebrica e geometrica del Teorema di Pitagora.

 


Nulla accade per caso: le sinapsi sono tutte collegate in una rete neuronale che collega da sempre il passato al presente ed al futuro in un eterno divenire.

Il prof Nisticò ha mirabilmente parlato di sinapsi dell’essere umano e di neuroscienze nella sua presentazione, ma io direi, prof Nisticò, che lei davvero nella sua presentazione ha svestito i panni del medico e dello scienziato per indossare quelli del profeta, come ha sottolineato il prof Mongiardo.

Quando ho chiesto al prof Mongiardo, senza raccontargli della mia ‘ricostruzione numerica’ chi avesse voluto la data del 16 settembre in quel di Crotone, strabiliata mi sono sentita rispondere: È stato Pino Nisticò!

Allora non ho avuto più dubbi: il prof Nisticò è in questa rete neuronale pitagorica ed io matematica crotonese e pitagorica convinta, ho il cuore gonfio di gioia.  

E consentitemi l’accostamento con il cantante Lucio Dalla: la sua canzone 4/3/1943 fu un grande successo perché parlava d’amore eterno.

Il 16 settembre 2025 non può, allora, che essere un nuovo inizio in quella terna pitagorica carica di armonia, etica, amore e pace formulata da Pitagora per i secoli a venire.

Prof Rosanna Iembo

Matematico a vita degli Stati Uniti d’America

www.rosannaiembo.it

 

22 Settembre 2025

 



[1] Il filosofo prof Mongiardo è lo Scolarca della Nuova Scuola Pitagorica da lui fondata assieme ad altri a- mici.

[2] Circa l’illustre prof Giuseppe Nisticò molteplici sono i suoi titoli scientifici, culturali; ma straordinaria è anche la sua attività politica e di scrittore.

[3] Il termine ‘pentalogo’ è un’invenzione del prof Mongiardo.

[4] Queste mie riflessioni su La matematica dell’armonia pitagorica sono raccolte nella prima parte del mio libro “Pitagora e Theanò” che sarà pubblicato a breve.

[5] Ringrazio gli autori, proff Mongiardo e Nisticò, per avermi citato nel loro splendido libro.

[6] Il fatto che si tratta proprio della terna primitiva ha qualcosa di veramente affascinante!

sabato 13 settembre 2025

PITAGORA TRA GUERRA E PACE

 PITAGORA TRA GUERRA E PACE

 

            Si parla tanto delle guerre di Ucraina e Gaza, ma non emerge mai il pensiero di Pitagora sulla origine autentica di guerra e pace. Pitagora affermava:

La pace nasce dal rispetto della vita dell’animale. Se non uccidi l’animale,

mai ucciderai l’uomo. Se uccidi l’animale, ucciderai l’uomo.

Tutti riconoscono Pitagora come il maestro del vegetarismo, ma pochi forse sanno che la sua regola alimentare escludeva di mangiare qualunque animale di terra, mare o volatile, perché, secondo lui:

L’animale ha in sé lo spirito di vita come l’uomo, il quale deve rispettare e aiutare l’animale come un fratello minore.

Pitagora diventò vegetariano convinto all’età di diciotto anni, sotto la guida del suo maestro Talete di Mileto, quello del Teorema di Talete, che accolse nella sua scuola quel giovane di Samo che dimostrava doti intellettuali eccezionali.

             Si potrebbe dire che il principio di Pitagora sull’origine della guerra è simile al Terzo Principio della Dinamica, noto come Principio di azione e reazione di Newton, che dice:

A ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.

Per Pitagora la violenza data dall’uomo all’animale si ritorce contro l’uomo stesso, che poi uccide altri uomini nella guerra.

             Vediamo ora se i fatti della storia confermano o smentiscono il pensiero pitagorico. La gente dice comunemente:

Le guerre ci sono sempre state e ci saranno sempre.

Oggi sappiamo che ciò non è vero. Un numero enorme di reperti archeologici, ricerche antropologiche e indagini condotte da scienziati di tutto il mondo, conferma che le ricerche iniziate dall’archeologa Marija Gimbutas (1921-1994) sono corrette. Lei portò le prove che nell’Antica Europa le società vissero in pace almeno per quattromila anni dall’8000 al 3500 a.C., si nutrivano di prodotti agricoli, le donne guidavano le comunità, non c’erano armi o fortificazioni, tutti erano liberi e la competizione era ignorata. Fu l’Età dell’Oro, finora ritenuta un mito creato dai poeti, mentre oggi sappiamo che quell’età è realmente esistita. 

             Quel mondo fu poi sconvolto dalle invasioni degli Indoeuropei, popoli euroasiatici partiti dal sud della Siberia, che sottomisero i popoli pacifici dell’Europa spingendosi fino all’India. Quei popoli si nutrivano essenzialmente di animali che catturavano nelle steppe, o che allevavano come pastori nomadi. Essi erano comandati da un capo guerriero che aveva schiavi e mogli che alla sua morte erano strangolati e sepolti con lui sotto grandi tumuli di terra chiamati kurgan. Essi avevano imparato a domare i cavalli selvaggi delle steppe e forgiato le prime armi in rame, che trovavano sotto forma di pepite lungo i fiumi. I racconti dei centauri, guerrieri metà uomini e metà cavallo e lo stesso cavallo di Troia, ci dicono che solo con cavallo e armi si vinceva la guerra. L’avanzata degli Indoeuropei non fu uguale dappertutto e si impose su gran parte dell’Europa, in Italia nord e centrale arrivando fino al Medio Oriente. La Calabria, però, fu risparmiata da quell’invasione grazie alle foreste impenetrabili della Sila, popolata da orsi e lupi. I discendenti greci degli Indoeuropei, dotati di armi e cavalli, costituirono la classe dominante della Grecia, e arrivarono in Calabria a bordo di navi già nella prima colonizzazione avvenuta intorno al 1700 a. C., dove, tra altre etnie greche si insediarono gli Enotri, produttori di vino.

             Lo storico Erodoto ci descrive con particolari agghiaccianti la facilità con cui gli Sciti, discendenti degli Indoeuropei che abitavano attorno al Mar Nero, si uccidevano anche tra membri del loro stesso gruppo. Scuoiare e impalare vivi, scannare i giovani offerti come vittime sacrificali, svuotare il teschio del nemico ucciso, farne una coppa per bere e altre spaventose atrocità sono contenute nel Libro IV delle Storie di Erodoto, di cui raccomando la lettura solo a chi è di stomaco forte.

 Il difficile cammino dell’umanità ad abbandonare i sacrifici umani praticati nel mondo antico, è testimoniato dal sacrificio di Ifigenia, figlia di Agamennone, il quale la porta all’altare per decapitarla e ottenere dalla Dea Artemide i venti per far navigare la flotta dei Greci contro Troia. Alla fine Ifigenia è sostituita da Artemide con una cerva che viene sacrificata al suo posto. Quel tentato sacrificio ha un parallelo nell’episodio biblico di Abramo che sta per sacrificare suo figlio Isacco, alla fine sostituito con un montone.

Nella Bibbia è riportato anche il primo omicidio, quello di Caino che uccide suo fratello Abele. Caino, agricoltore, offriva a Dio frutti della terra, ma Dio preferiva i sacrifici animali di Abele, pastore. Il primo a uccidere non fu dunque Caino, ma proprio Abele, poi imitato da Caino. Quella storia biblica conferma la dottrina pitagorica tanto che potremmo immaginare Pitagora affermare:

Come volevasi dimostrare: uccidi l’animale e ucciderai l’uomo.

Quell’episodio fu capito a fondo dal pitagorico Giordano Bruno, che affermava che gli animali hanno come noi umani sensazioni ed emozioni e concludeva alla maniera napoletana:

Ben fece Caino a uccidere quel massacrator di animali Abele.

 Quell’affermazione fu l’ultima delle quattordici imputazioni rivolte contro Bruno dalla Santa Inquisizione Romana, poi depennata dalla stessa Inquisizione che non ne aveva nemmeno capito l’importanza. Ma l’Inquisizione non era la sola a non capire, perché la Chiesa intera non capì né seguì il messaggio di Gesù, chiaramente riportato nel vangelo di Giovanni (10, 1-15), dove Gesù parla di sé come del Buon Pastore che non uccide, non vende e non mangia le sue pecore, ma vive in loro compagnia e le conduce al pascolo. Però, un pastore simile non esisteva nella realtà, perché il popolo ebraico viveva di pastorizia, vendendo e uccidendo agnelli, pecore e montoni. La Chiesa ha dimenticato il rispetto della vita degli animali, restringendo il significato evangelico di pecore solo ai seguaci di Gesù. Difatti, Gesù stesso in Giovanni (21, 15-17) paragona i suoi credenti a pecore e agnelli quando dice a Pietro: Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecore. Gesù, però, non esclude l’animale, che rispetta al pari dell’uomo, e come Buon Pastore lo conduce al pascolo, non l’uccide e non lo mangia.  

             Questa contraddizione si risolve se consideriamo Gesù per quello che egli realmente fu: un superpitagorico, o se si vuole, un pitagorico che ha superato il maestro. Difatti, Pitagora praticava e predicava il vegetarismo, ma non lo imponeva, una moderazione che fu notata e apprezzata dai suoi contemporanei. Gesù, invece, fece un’azione inaudita e unica: da solo scacciò e liberò tutti gli animali destinati al sacrificio nel Tempio, firmando così la sua condanna a morte per opera dei sacerdoti, che non gli perdonarono il suo gesto di aperto disprezzo nei loro confronti.

Inoltre, Pitagora tollerava che ci fossero anche i pitagorizzanti, che mantenevano la proprietà privata, mentre i pitagorici dovevano mettere tutti i loro beni in comune. Gesù abolisce quella distinzione e va oltre, come afferma in Luca (14, 33):

Chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.

La FAO ha stimato che ogni anno vengono uccisi 56 miliardi di animali, pesci esclusi. Quel mare di sangue sta sommergendo l’umanità con guerre che si annunciano devastanti come mai prima d’ora. L’augurio di Cristo: Pace a voi, sembra destinato a non trovare attuazione.

Riuscirà l’umanità a superare questo aspro crinale della storia?

È quanto noi ci auguriamo e ci adoperiamo affinché l’umanità possa vivere felice e in pace, e non abbiamo alcun timore di gridare quel messaggio in questo mondo desertificato dalla violenza.

 Salvatore Mongiardo, 13 settembre 2025